martedì 15 novembre 2011

IL RUOLO DELLE DONNE IN POLITICA

Tanto tuonò che piovve.

Dopo anni di megere che urlavano al lupo al lupo, che in Italia era a rischio la democrazia, è arrivato l'uragano e.... cucù, la democrazia non c'è più.

Un popolo ubriaco e festante ad osannare l'arrivo del Commissario dell'Italia, che il giorno dopo si sveglia con un forte mal di testa ed inizia a rendersi conto di una cosa... nel toto ministri che impazza ci si accorge che la rappresentanza femminile è poco più di un miraggio.

La mancanza di donne nell'assetto della dittatura-governo che si andrà a formare rappresenta sicuramente un sintomo del fatto che stiamo tornando indietro di molti anni, stiamo tornano al tempo in cui alle donne era preclusa ogni attività pubblica.

D'altra parte in ogni dittatura che si rispetti (categoria alla quale fa parte il governo Monti in pectore) ha sempre tenuto fuori dalla vita pubblica le donne, forse perché la loro sensibilità ed onestà intellettuale rappresentava un ostacolo all'operato dei regimi autoritari.

Sono  numerosi i messaggi di disagio di molte donne, che non si sentono rappresentate, che vedono la loro figura tornare agli inizi del secolo scorso.

Peccato dimentichino che a non essere rappresentate non sono solamente loro, ma tutto il popolo italiano che democraticamente, recandosi alle urne, dovrebbe decidere da chi farsi governare.

La sinistra nuovamente non ha perso occasione di dare il peggio di se.... ed allora da parte delle donne di sinistra si è alzato un gran baccano, come se le donne fossero una categoria protetta, un'associazione sindacale, o non so quale altra figura screditante che possa venir loro in mente.

Un'amica ha detto che "finchè ci sarà bisogno di convocare le donne come una categoria parasindacale, le donne non conteranno mai un cazzo in questo Paese di merda".
Sintesi cruda e quantomai azzeccata, che individua nel bieco femminismo di sinistra la causa del disagio femminile odierno.

Monti non vuole le donne al governo perché la loro sensibilità e la loro onestà intellettuale gli impedirebbe di mettere in ginocchio il Paese e di attuare il suo piano cinico in favore della finanza e dell'Europa delle lobby.

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