sabato 21 gennaio 2012

PACCHETTO LIBERALIZZAZIONI: UN PACCO PER GLI ITALIANI


Il Governo Monti al lavoro ha dato il via libera al cd. “pacchetto liberalizzazioni”, un decreto legge che, al di la del nome, si concretizza in un vero e proprio “pacco” per gli italiani.

Questo Governo ha dimostrato sin dalla sua nascita di andare a braccetto con i “poteri forti”, e nella sua attività quotidiana non ha perso occasione per confermare questa etichetta.

Per gettare fumo negli occhi già lacrimanti degli italiani ha predisposto questo pacchetto di liberalizzazioni, partendo non da quei centri di potere che soffocano la nostra economia, ma prendendosela con i piccoli.

Invece che partire con le reti ferroviarie, autostradali, energetiche, telecomunicazioni, il Governo parte dalle fasce deboli del Paese: i tassisti, le edicole, le farmacie.

Ad esempio sul trasporto ferroviario sono state prese misure che non hanno nessuna efficacia sui prezzi dei biglietti, ma solo l’obbligo di una gara d’appalto per le Regioni per i percorsi dei pendolari.

Così per la distribuzione del carburante. Il Governo ha deciso di incidere su quel 6-7% rappresentato dal margine di compagnie assicurative e benzinai, dimenticandosi che il prezzo alla pompa della benzina è fato al 60% da accise e tasse il cui beneficiario è guarda a caso lo Stato.

Per quanto riguarda i professionisti occorre fare una riflessione. L’eliminazione delle tariffe (minime e massime) è un operazione che danneggerà principalmente i cittadini che si rivolgono al professionista.
Un esempio molto semplice legato alla professione di avvocato che svolgo.
Premessi gli alti costi per il mantenimento della struttura e di aggiornamento costante (visto che trattiamo diritti costituzionalmente garantiti e fondamentali per l’uomo), l’eliminazione dei minimi tariffari avvantaggia principalmente – e guarda caso – banche, assicurazioni, grandi imprese, che potranno utilizzare il loro potere contrattuale per ottenere dai professionisti prestazioni a prezzi stracciati, inducendo il professionista anche a lavorare “in perdita”.
Forza contrattuale che non ha e non avrà il cittadino che vuole ad esempio separarsi dalla moglie, ed al quale verranno comunque applicate le tariffe così come venivano applicate prima.
Si favoriscono operazioni al ribasso di accaparramento della clientela, a danno di professionisti che, giova ricordarlo, non possono beneficiare di alcun contributo o sostentamento da parte dello Stato nel caso in cui l’attività vada male.

Provvedimenti insomma che sulla carta rafforzano le rendite di posizione e che manifesta ancora una volta l’atteggiamento di questo Governo: debole con i forti e spietato con i deboli.

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