Il
decreto svuotacarceri, e l’emendamento con esso approvato, affronta il tema
della salute mentale dell’autore di reato al contrario, senza trovare una
risposta organica al problema.
Partire
solamente dalla chiusura degli OPG è il modo riduttivo e populistico con cui la
sinistra intende dare risposte ai cittadini.
Si
rende necessario un approccio riformatore mirato e graduale, individuando
modalità alternative al trattamento degli infermi di mente che abbiano commesso
reati, garantendo la terapia e la riabilitazione, unitamente alle misure di
sicurezza adeguate alla condizione del soggetto.
Occorre
pensare a strutture alternative serie, poiché è impensabile trasferire gli
ospiti degli OPG nelle comuni strutture psichiatriche.
Occorre
ricordare come chi viene internato negli OPG è socialmente pericoloso.
Con
l’emendamento passato si compie un clamoroso errore, si parte dal fondo,
gettando grandi ombre sia sulla sicurezza della collettività, che sui
trattamenti di recupero dei malati.
Occorre
inquadrare il problema non dal punto di vista ideologico ma da quello
dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini, prima ancora che dal
punto di vista sanitario.
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